Settimana dehoniana: A gioia e gloria del Padre
Settimana dehoniana di formazione
Devozione al Sacro Cuore: fra storia, immagini e futuro
Albino (BG) 29 agosto 2016
Il Libro di preghiera A gioia e gloria del Padre
Genesi e storia
di: Tullio Benini
Il libro di preghiera “A gioia e gloria del Padre” è stato consegnato alle comunità dehoniane durante la settimana di FP di Saviore, nel luglio 1994.
22 anni fa.
Pochi, se guardiamo al glorioso Thesaurus Precum; comunque “significativi” per il fatto che in questi 22 anni è stato utilizzato (in tutto o in parte) come strumento della nostra preghiera comunitaria. Ha senz’altro ritmato la preghiera comunitaria del mattino con l’Atto di oblazione. Altre sue parti, forse, non sono state ugualmente utilizzate.
Il titolo “A gioia e gloria del Padre” riprende un’espressione delle nostre Cst al n. 25. L’espressione può esser considerata una delle formule più indovinate per tradurre in linguaggio moderno la parola “riparazione” (ricorda la gioia di Dio di Lc 15,7.10.32).
Il libro è quindi collocato tra gli strumenti per attuare una vita di riparazione: “Animando così tutto ciò che siamo, ciò che facciamo e soffriamo per il servizio del Vangelo, il nostro amore, tramite la nostra partecipazione all’opera della riconciliazione, risana l’umanità, la riunifica nel Corpo di Cristo, e la consacra per la Gloria e la Gioia di Dio” (Cst 24-25). Espressione che riecheggia quella classica di s. Ireneo: “Perché l’uomo vivente è la gloria di Dio e vita dell’uomo è la visione di Dio”.
L’uomo Gesù Cristo – che noi chiamiamo familiarmente Sacro Cuore – è la Gioia e la Gloria del Padre, e ci invita a seguirlo per partecipare alla sua impresa di rendere la nostra umanità “un’offerta gradita al Padre”, consacrandola “per la Gloria e la Gioia di Dio”.
Il libro è stato desiderato/atteso/incoraggiato da un buon numero di dehoniani italiani, nonché di laici
È nato non per “nostalgia” del Thesaurus.
La lex orandi ha bisogno di strumenti. Ne fa fede la tradizione della Chiesa e dei grandi Ordini e Istituti apostolici. Più una spiritualità è viva, più tende a esprimersi anche nei modi di pregare. Tutti i fondatori hanno sentito la spinta a un “proprium” di preghiera per i propri figli spirituali.
Quindi, il libro non è nato dal nulla:
- ha come riferimento obbligato il Thesaurus Precum;
- traduce in concretezza l’esigenza, espressa dalla nostra Provincia fin dagli inizi degli anni ‘70 quando, decidendo dei punti qualificanti la “nostra preghiera”, ha scritto i nn. 31-38 del DP (rimasti praticamente intatti nelle susseguenti stesure);
- ha ripreso gli Atti di oblazione che, dagli anni ’70, hanno caratterizzato la nostra preghiera e sono confluiti nelle stesure più recenti.
Il libro di preghiera si è andato via via concretizzando con un lungo lavoro, a più riprese, e per l’impegno e il sostegno soprattutto di due provinciali: i pp. Tavilla e Cavazza. Teniamo presente che tale prospettiva era pienamente condivisa dalla Curia Provinciale Meridionale, e dal Superiore Generale p. Panteghini.
Il nostro lavoro ha mosso altre Province SCJ; possiamo ricordare Spagna, Portogallo, Stati Uniti; e possiamo ricordare la “fortuna” di alcuni Atti di oblazione come formule indovinate, tradotte in altre lingue.
Ricerca – confronto – dialogo, con la regia del Direttivo provinciale
Ricerca – confronto – dialogo sono stati attivi tra i diversi soggetti della Provincia: singoli confratelli, alcune comunità, le commissioni, in particolare quello che allora si chiamava “Gruppo studi dehoniani”, sotto la regia del Direttivo provinciale.
Rileggendo, pur velocemente, tutta la documentazione, si può notare che il lavoro è stato fatto in stretto confronto col Direttivo provinciale che ne ha davvero assunto la regia. Su alcuni passaggi giudicati qualificanti (Atti di oblazione, Eucaristia nella nostra giornata, pagine introduttive) il confronto, specie negli ultimi tempi, è stato serrato sui singoli passi. Infatti veniva data relazione scritta al Provinciale e suo Consiglio, sottoponendo schemi, ipotesi e, soprattutto, le stesure provvisorie.
Ricordo che la posizione del Direttivo non è stata per nulla accomodante. Oltre le valutazioni e osservazioni scritte (cf. Verbali del CP di quegli anni), si è avuta la presenza fisica del Provinciale e di un consigliere all’interno del gruppo di redazione quando ha esso affrontato la formulazione dei criteri da seguire e l’analisi delle parti principali (Atti di oblazione, Eucaristia nella nostra giornata, pagine introduttive).
Positivo anche il dialogo con le Commissioni provinciali e i confratelli, che sono sempre stati interpellati, specie nel tempo della stesura ultima.
In Archivio provinciale esiste un voluminoso faldone che testimonia questo lavoro e travaglio. A dire la serietà e la puntigliosità dell’impegno profuso.
Si sono dovute affrontare due obiezioni di fondo:
– perché un “nostro” libro? non può bastare il Breviario, in particolare la Liturgia delle ore?
– perché un libro di preghiera comunitaria? non può bastare l’impegno personale circa alcune pratiche di pietà?
Un po’ di cronistoria
Ricordo alcuni passaggi della stesura, come emergono dai resoconti ufficiali.
Tre periodi: fino al 1985; il provincialato di p. Tavilla; i tre anni della stesura finale 1991-1994.
Fino al 1985
Non ho consultato i verbali del Consiglio Provinciale di quell’epoca, ma ricordo bene che ne parlammo espressamente e fu incaricato p. Elio Greselin, allora consigliere provinciale, di prendere contatto con altri confratelli per reperire idee e collaborazioni per “un libro di preghiera da mettere in mano ai dehoniani”. C’è stata immediata disponibilità in diversi confratelli, ma non si seppe “come” cominciare; quindi non si andò molto avanti.
Col 1981 venne preparato un dattiloscritto contenente 17 atti di oblazione e altre preghiere della tradizione dehoniana. A partire da questo fascicolo riprese un più vivo interesse e si tentò di coordinare il lavoro attorno all’ipotesi di un libro. Si arrivò anche a suddividere le sezioni tra alcuni confratelli e comunità per una prima ipotesi. Venne raccolto numeroso materiale – sia pur ripetitivo – circa gli atti di oblazione e le preghiere della tradizione dehoniana.
Sul CUI – luglio 1981 è stato pubblicato uno schema del “libro di preghiera scj”: a) pagine introduttive; b) la giornata e i momenti comunitari di preghiera (oblazione, adorazione…); c) “secondo lo spirito scj” (recordatio mysteriorum, corona dei misteri, esame speciale, riconciliazione, “così pregava p. Dehon”); d) nova e vetera; e) proprium liturgicum; f) rituale della congregazione.
Nel triennio 1982-1985 si continuò a parlare di questo libro, ma fu difficile trovare chi vi lavorasse con continuità.
Il provincialato di p. Tavilla
- Il nuovo direttivo affidò l’ipotesi del libro al Gruppo Studi dehoniani, allora attivo in ITS, diventato poi “Gruppo per il libro di preghiera”, che trattò espressamente la questione del libro in un incontro fatto a Roma nel marzo 1986. Nel giugno 86, in un secondo incontro, si pensò a un sommario da presentare alle comunità. Venne riscontrato un effettivo interesse di molti confratelli (cf le tante lettere pervenute), ma al di là di piccoli suggerimenti circa qualche contenuto, non vennero dati apporti di sostanza. A partire dal nuovo schema riformulato, si impostò nuovamente il lavoro, che però procedette a sbalzi.
- All’inizio del 1990, p. Luciano Tavilla, chiese che il lavoro fosse ripreso in maniera decisa. Il sottoscritto venne incaricato di riprendere in mano il voluminoso materiale e, in dialogo e confronto col gruppo, preparò: a) uno schema, suddiviso in 3 parti (vita e preghiera della comunità; proprium liturgico e rituale; nova et vetera); b) e un fascicolo con gli atti di oblazione già in uso nelle nostre comunità con alcune pagine introduttive.
- Il fascicolo con gli atti di oblazione venne distribuito ad experimentum in alcune comunità (Studentato, Noviziato, Ghisiola, Curia Provinciale, Albisola…). Altre comunità lo richiesero. L’utilizzazione degli atti di oblazione, suddivisi per ogni giorno della settimana e per tempi liturgici, fece emergere due realtà: l’importanza del momento oblativo del mattino per la nostra preghiera dehoniana, la necessità di una loro ristesura più consona ai tempi liturgici e più specifica dei contenuti carismatici.
- Si definirono modalità e criteri con cui svolgere il lavoro.
- Criteri: una chiara ispirazione biblica, i valori carismatici dehoniani, un nuovo linguaggio teologico, riferimento esplicito al linguaggio liturgico e ai tempi liturgici.
- Modo di precedere: preparazione di canovacci sui singoli punti; lavoro del gruppo su ogni singolo canovaccio a partire dai riscontri pervenuti; invio dell’elaborato ad altri confratelli e commissioni provinciali; ristesura dal parte del gruppo; consegna della redazione finale al Direttivo provinciale, cui spettava l’approvazione e la divulgazione.
- Da fine 91 il Gruppo per il libro di preghiera era composto da Arrighini – Benini – Duci – Maule – Mela – Tessarolo.
I tre anni della stesura finale 1991-1994
- Padre Cavazza e il nuovo Direttivo ereditano il lavoro, confermano criteri e modalità di stesura, danno nuova spinta al suo procedere.
- In una lettera al gruppo, 16 febbraio 1992, p. Cavazza scrive: “Il lavoro che vi attende è duro, ma il servizio che prestate ai confratelli, ai laici dehoniani e a quanti si sentono attratti verso il Cuore di Gesù, è degno di lode e di riconoscenza. Questo libro sarà una fonte di autentica formazione alla preghiera, dal fatto che trae la sua ispirazione dalla Parola di Dio, dalle indicazioni del Concilio e dall’esperienza spirituale di p. Dehon. … Il Direttivo ritiene il vostro compito molto importante per la formazione autentica alla spiritualità dehoniana e per questo desidera accompagnarvi e sostenervi, non solo con suggerimenti e linee direttive, ma anche con un fattivo coinvolgimento. Invoco su di voi lo Spirito del Signore perché possiate non solo illustrare il mistero di Dio, ma anche gustarlo e comunicarlo ai fratelli”.
- Per la Festa del s. Cuore 26 giugno 1992, viene consegnato alla comunità il “primo fascicolo del libro di preghiera”, contenente gli atti di oblazione riformulati. Nella lettera che l’accompagna, p. Cavazza scrive ancora: “Come Direttivo ci siamo preoccupati che il libro di preghiera, in cantiere ormai da anni, procedesse in modo sicuro. Riteniamo, infatti, che esso costituisca una delle scelte qualificanti del nostro mandato. Siamo convinti della sua necessità, ma anche del suo valore formativo. Infatti sarà l’espressione della nostra preghiera come dehoniani, ma anche influirà non poco sulla nostra preghiera. Gli atti di oblazione ora sono pronti; desideriamo che siano recitati nelle comunità; dalla sperimentazione ne verrà un giudizio più allargato possibile. Per poter giudicare rettamente e in modo uniforme, proponiamo una griglia di valutazione. Tenendo conto che l’atto di oblazione è l’espressione comunitaria principale che orienta la nostra giornata secondo la spiritualità dehoniana, chiediamo di esprimere il proprio parere:
- Sui contenuti:
- Ritieni che siano presenti i contenuti principali che riguardano il mistero cristiano letto alla luce della nostra spiritualità?
- Quali temi non sono espressi? Quali sono carenti? La tonalità dehoniana è sufficientemente presente?
- Dare suggerimenti circa i contenuti e/o fare proposte alternative
- Sul linguaggio:
- Ti sembra che i formulari proposti siano sufficientemente adatti alla recita comunitaria? Ti sembrano intonati al linguaggio che usa la liturgia? Il linguaggio è sufficientemente biblico-teologico? Ti sembra che rispecchi sufficientemente la sensibilità teologica moderna?
- Suggerire precisazioni verbali e miglioramenti
- Dare una valutazione sulle pagine introduttive
La conclusione dei lavori
- Con l’estate del 1992, dopo gli atti di oblazione, il Gruppo di stesura si dà tempi stretti: – per ottobre 1992 aver pronta la parte sull’Eucaristia nella nostra vita e la recordatio mysteriorum; – nell’autunno inverno 92-93 lavorare alle altre parti (sezione mariana – riconciliazione e vita fraterna – nova et vetera – preghiere varie – testi in latino…).
- Si ipotizza di aver pronto il tutto per il 1993, 150° anniversario della nascita di p. Dehon.
- Purtroppo non si riescono a rispettare i tempi, anche perché restano da affrontare alcune indicazioni con alta criticità. Ma – scriveva Duci in quei giorni – “meglio, molto meglio affrontare il malessere quando si è ancora in tempo, piuttosto che trovarsi in seguito di fronte a un consistente rifiuto… visto che si tratta di formule che ci devono unire nella preghiera”.
- Si procede quindi a un’ulteriore attenta revisione del tutto. È stato il lavoro intenso dell’autunno 1993, con precise cadenze (15 settembre, 16 ottobre, 14 dicembre). Col 14 dicembre 1993 il gruppo ritiene concluso il suo lavoro di stesura e lo consegna al Direttivo: il materiale è formato da 13 sezioni e un’appendice con preghiere scelte.
- Lo consegna con questa valutazione: “Siamo coscienti che il libro non è perfetto; tuttavia il lavorarci ulteriormente potrebbe portare a una certa involuzione. Sarà solo l’utilizzazione diretta che potrà suggerire indicazioni per una seconda edizione riveduta e corretta. Ci sembra che il libro abbia una sua originalità nel tentativo di fare unità attorno a due misteri centrali per la spiritualità dehoniana: il mistero della Trasfissione e quello dell’Eucaristia”.
Revisione finale ed edizione
- La revisione del libro è compito del Direttivo. Nel gennaio 1994 p. Cavazza scriveva: “Abbiamo ricevuto il frutto del vostro lavoro, il libro della nostra preghiera. Vi ringrazio anche a nome del Consiglio. Quando penso alla mole di lavoro, al tempo che avete impiegato, all’amore che avete trasfuso nella vostra fatica mi sento commuovere e nasce in me il desiderio che il frutto di tanto impegno veda presto la luce a vantaggio spirituale nostro, dei laici dehoniani e di tanti che potranno trovarvi un aiuto per aprirsi all’amore del Cuore di Cristo. Il Consiglio si prende ora il tempo per esaminarlo con calma e poterne dare una serena valutazione. Ho scritto anche al provinciale IM, p. Giacomo Casolino, per procedere insieme e di comune accordo”.
- Nel maggio 1994 viene presa la decisione di stamparlo in proprio, perché l’uscita con il marchio delle EDB e delle EDR avrebbe comportato un sovrapprezzo sproporzionato.
- Luglio 1994. A Saviore, durante la settimana di FP, la consegna alle comunità del “libretto rosso”… con la presentazione di entrambi i provinciali italiani e la formula ufficiale della promulgazione.
- Da esso, per la divulgazione tra la gente, sono stati ricavati due agili fascicoletti contenenti i 7 schemi di adorazione a uso di parrocchie e laici (laici dehoniani, persone legate alle nostre Segreterie, aderenti al Gruppo Sint Unum di preghiera per le vocazioni). So per certo che molti li stanno usando ancora.
Il Proprium liturgicum
Diversamente da quanto si era ipotizzato all’inizio dei lavori, il proprium in lingua italiana non è stato inserito nel libro. Per due motivi: sembrò meglio editarlo staccato, in un fascicolo da inserire nel Breviario; e soprattutto si manifestò l’effettiva difficoltà di avere l’approvazione della rispettiva autorità competente in campo di liturgia delle ore per il testo tradotto dal latino.
Il punto rimane mancante.
Il Calendarium proprium e i Textus proprii pro celebratione Missae et Liturgiae Horarum iuxta Calendarium SCJ sono stati approvati dalla S.Congregazione per il culto divino il 3 dicembre 1974 (Prot. 2207/74) e portano il Concordat cum orginali approvato del superiore generale, A. Bourgeois, 3 dicembre 1975. Tutto è in lingua latina.
Il calendario proprio è costituito da: – memoria di s. Claudio de La Colombière (15 febbraio); – memoria ad libitum D.N.I.C. in horto orantis (martedì prima delle ceneri); – memoria della B.V.M. mediatrice di tutte le grazie (8 maggio); – festa dei ss. Marta, Maria e Lazzaro ospiti del Signore (29 luglio); – memoria di s. Giovanni Eudes (19 agosto); – memoria di s. Margherita M. Alacoque (16 ottobre); – memoria di s. Gertrude (16 novembre). I primi 4 hanno testi propri per la messa e per la liturgia delle ore.
Valutazione e interrogativi
Nell’insieme, ci sembra che il libro sia stato accolto e (sufficientemente) utilizzato. Una appropriata valutazione di esso sta alle comunità e ai singoli religiosi. Questa sede potrebbe avviarla.
Ora, con l’esaurimento delle giacenze, si potrebbe considerare conclusa la sperimentazione e pensare a una ristampa, previa opportuna revisione e/o completamento.