P. Mario Busana

P. Mario Busana

Mario Busana

di anni 96
Tione (TN) 02.12.1920 – Bolognano (TN) 03.11.2017

Di religione Giovanni, come fece annotare nella scheda aggiornata del 2014 mentre era a Bolognano, p. Mario Busana era nato il 2 dicembre 1920 a Tione e nella locale chiesa parrocchiale era stato battezzato otto giorni dopo. La Cresima l’aveva ricevuta il 6 ottobre 1931 a Cinte Tesino.

Provenendo dalla Scuola apostolica di Trento, dove era stato anche ricevuto Postulante nel giugno 1936, dopo il Noviziato in quel di Albisola p. Mario aveva fatto la sua prima professione il 29 settembre 1937. Lo si è ricordato per la feste di fraternità provinciale a Bologna e a Garbagnate per i tanti anni di vita religiosa, così come per quelli di sacerdozio. Era stato ordinato prete nella Chiesa dei Poveri, in Via Nosadella dal Cardinale Nasalli Rocca il 14 luglio 1946.

Amante degli studi e delle letture, tra le sue carte si conserva l’autorizzazione del Padre Generale J. De Palma alla lettura di alcuni classici di letteratura, filosofia e psicanalisi all’epoca all’Indice. Buon giornalista soprattutto di cronaca ecclesiale e, prima e più a lungo, insegnante, aveva per sette anni collaborato con la redazione di Settimana del Clero al Centro Dehoniano (1970 – 1976) e poi a Genova (1976-1978 come  redattore de L’amico delle Missioni). Quello di Genova era stato una sorta di ritorno, perché era già stato Direttore della rivista locale anche dal 1961 al 1964. Ma il suo palmarès di uomo di cultura (riderebbe divertito e compiaciuto di questa espressione) risulta particolarmente ricco: Dopo avere conseguito il Baccellierato a Milano per tenersi aggiornato in teologia, anche il mestiere di giornalista lo aveva tenuto fresco e simpaticamente attento all’attualità, non solo ecclesiale. Lavoro anche duro in quegli anni quello di Settimana del clero, redazione, stesura di articoli, correzione di bozze, impaginazione fatta con le strisciate da tagliare e incollare… ma riusciva a renderlo simpaticamente gradevole con qualche battuta pseudo ascetica, per esempio, ai colleghi più giovani, battute magari non sempre tutte conseguenti ma simpatiche.

Era stato, come si è già anticipato, diversi anni insegnante di Francese ma anche di latino: a Pagliare (Casa S. Maria 1946-1948), ad Albino (1948 – 1951), a Vitorchiano (1951 – 1952), a Casa S. Cuore di Trento (insegnante e preside dal 1953 al 1956) e poi ancora  insegnante (1957-1961).

Saturo aveva chiesto lui stesso di lasciare la scuola, anche per non fare in eterno la vita dell’apostolino cresciuto. Erano così venuti gli anni del ministero a Mussolente , Pagliare, Castiglione dei Pepoli dal 1964 al 1970. Contestualmente si ritrovò persino 2° consigliere provinciale (1964-1970). Si rese quindi disponibile, diciamolo pure, molto volentieri, anche per la casa di Ebikon dal 1978 al 2006, dove si trasferì e custodì i possedimenti immobili e altri della Congregazione con dettagliato mansionario a firma del P. Virginio Bressanelli, essendo giuridicamente ascritto a Milano I.

Quando nel 2006 la casa di Ebikon viene chiusa, p. Busana è inserito a Milano I per un breve periodo, prima di trascorrere un intenso periodo “mariano” in quel di Boccadirio (2007-2010), finché insomma età e salute non suggerirono un suo spostamento a Bolognano dal 2010 fino a l’altro ieri 3 novembre 2017, quando anche lui ha raggiunto la ormai grande moltitudine di confratelli che aspettano (magari non giocando a carte come si faceva ad Albino quando p. Busana era giovane e con lui un’allegra brigata di confratelli già passati all’altra riva) il giorno  radioso e splendido della domenica senza fine.

Sapeva essere cordiale, amichevole, estroso con il rischio di qualche fraintendimento come avviene negli ambienti chiusi o in contesti paesani chiacchieroni. Aveva attraversato un periodo da attivo podista correndo in zona collinare nei dintorni del seminario regionale a Bologna e probabilmente anche altrove.

Un suo scritto di fine anni’80 trasmette di lui un’immagine curiosa. Scrive di avere potuto ripercorrere, grazie alla stesura della sua scheda personale “date e imprese” della propria vita, anche quelle che aveva rimosso o dimenticato. Dell’insieme scrive che gli ha fatto piacere ripensare, rivedere, ricordare e aggiunge «Strano: nessuna di esse mi ha colpito con quel picchio spiacevole che scatta e punge quando si evocano “rimozioni” sgradite. Si vede che nonostante i fiaschi(…) e gli scacchi umilianti, che non sono mancati, la mia pelle ippopotamica non ha risentito nessuna costrizione a cancellarli dalla memoria psichica…».

Pare che Ebikon gli avesse giovato concorrendo a obliterare «a fondo gli stigma…». Aggiunge in quello scritto di avere «davvero rigoduto la mia passata esistenza (segno di vecchiaia?) con la serenità mediocre che, guardando indietro non scorge che avvenimenti soddisfacenti e non meritevoli di rimorsi e rimpianti…».

A Ebikon aveva in un certo senso fatto il “castellano” in beata solitudine, trattando con ospitalità signorile i visitatori, restando però fedele alle sue diete e ai suoi ritmi di vita. Amava fare il prete e a Ebikon, da buon dehoniano, si prestava anche alla collaborazione con le Missioni Cattoliche Italiane.

Ma il suo ruolo ufficiale in quegli anni fu proprio di “Custode” della magione che rendeva possibile la presenza in svizzera della Christ-König-Stiftung della Curia generale. Un solenne dichiarazione, senza firma autografa trovata nella sua cartella, informa che tutto quanto era presente  nella sede della Fondazione Christ-König-Stiftung è di esclusiva proprietà della stessa, e puntualizza che per qualsivoglia alienazione occorre il permesso del Padre Generale.

Di più, in spirito di onesta umiltà, lo scrivente aggiunge «l’orologio da me promesso ad una famiglia di Lucerna, era sprovvisto di tale autorizzazione e come tale deve ritornare immediatamente nel patrimonio della fondazione stessa».  “Parola di capo”, si sarebbe detto in certi giochi della scuola apostolica.

Oggi la stupenda pendola di Ebikon, affiancata da due antiche sedute di legno, fa bella mostra di sé nel salone del Collegio internazionale a Roma e continua a scandire ore e quarti d’ora con invidiabile puntualità.

Chissà se a furia di sentirlo mentre era nel Castello quel carillon non gli sia rimasto impresso e non lo abbia sentito suonare ancora nel sopore degli ultimi giorni, presenza amica e ricordo di buona amministrazione… sia pure con recupero in zona Cesarini.


Era un corso l’Assemblea delle comunità ad Albino quando si sono tenute le esequie di p. Mario, presiedute da p. Ilario Verri superiore di Bolognano e un gruppetto di confratelli con tanti compaesani. Ad Albino lo si è ricordato alla Concelebrazione di lunedì 6.

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