Lettera del Provinciale per l’Avvento
Carissimi confratelli,
il mese di dicembre si apre con i colori dell’Avvento, che non è solo un tempo liturgico ma è il nome della Vita, mistero che si svela nel tempo, creazione continua… Dio che viene!
La nostra vita spirituale si nutre dell’incontro con Dio incarnato nel Figlio, buon samaritano dell’umanità, che non finiamo mai di incontrare e conoscere (cfr FT, cap. 2°).
La situazione pandemica in cui ci troviamo da quasi un anno – e che noi stessi, come Provincia, stiamo sperimentando sulla pelle di diversi confratelli – chiede a tutti noi di interpretare l’Avvento con creatività. Tutto sembra spingere a una logica di ritiro dalle attività e dall’incontro, a chiuderci nelle nostre case, facendo della “distanza” non solo una precauzione sanitaria ma quasi una sorta di destino inesorabile e, comunque, giustificato.
Non possiamo subire questa situazione. Non possiamo aspettare che la pandemia passi per tornare a sentirci Chiesa viva, solo perché “attiva” con le consuete iniziative pastorali. È il nostro vivere da fratelli, il nostro stare accanto alle persone nei loro attuali bisogni che ci fa Chiesa viva. Dove la Chiesa sta con la gente, con le sue gioie e sofferenze – diceva s. Oscar A. Romero – lì è presente Cristo.
Stare con la gente non vuol dire inviare direttive dalla “sala comandi” del nostro ufficio parrocchiale o del nostro ruolo pastorale, ma camminare con le persone, conoscere la loro vita, i loro problemi, accogliere insieme a loro il dono della Parola, pregare e convertirci con loro. L’Avvento ci chiede questo e tanto altro che corrisponda, dietro a Gesù, a una nostra concreta incarnazione nella storia dell’uomo.
Il centenario della costituzione della Provincia Italica (2 dicembre 1920) permette a tutti noi di rendere grazie a Dio per il cammino compiuto fino ad oggi e ancora aperto. È traboccante la grazia ricevuta in questi cento anni di storia, da noi corrisposta con la testimonianza di fede e santità di tanti confratelli e dall’impegno concreto di tante opere, realizzate per il bene della Chiesa italiana e della Congregazione.
Il numero del CUI ora nelle vostre mani offre un’abbondante risonanza a questo anniversario giubilare attraverso il contributo di confratelli che, dall’Italia e dall’estero, si uniscono alla nostra preghiera di ringraziamento: a loro va la nostra gratitudine per i loro messaggi ma, soprattutto, per la condivisione dell’unico dono del carisma dehoniano.
Gettando lo sguardo sul prossimo anno, fa parte dell’Avvento anche il cammino che ci sta portando verso la celebrazione del Capitolo Provinciale di giugno 2021. Le tappe più prossime di tale processo sono la stesura dell’Instrumentum Laboris – a cui è già impegnata la Commissione preparatoria – e la scelta dei delegati che tutti, prossimamente, saremo chiamati a esprimere.
Voglio ricordare, guardando al prossimo anno, che ci attende un’altra importante scadenza: il rinnovo del Direttivo Provinciale. Nei primi mesi del 2021 giungerà a tutti la scheda della prima consultazione per la nomina de Superiore provinciale e del suo Consiglio.
Chiudo questa lettera ricordando i confratelli ancora sofferenti per il Coronavirus: p. Elio Greselin, p. Nerio Matteotti, p. Piero Ottolini. Con loro ricordo tutti i confratelli anziani e malati di Bolognano. A ognuno di loro va il nostro ricordo e la nostra preghiera unanime affinché giunga un pronto recupero per i primi e, per tutti gli altri, una sapiente accettazione dei limiti imposti dall’età e dai malanni fisici, da offrire e unire all’unica oblazione di Cristo, nostro unico Maestro.
A tutti voi l’augurio di un buon Avvento e il mio caro saluto
In Corde Iesu
IL SUPERIORE PROVINCIALE
p. Renzo Brena sci