Lettera del Provinciale

Carissimi confratelli,

tra le figure che mi hanno particolarmente colpito, nelle celebrazioni dell’Ottava di Natale, c’è quella di Anna, la “profetessa” di cui parla Luca nell’episodio della presentazione al tempio di Gesù (cf. Lc 2,36-38). Anna era vedova da molto tempo e, all’età di ottantaquattro anni, «non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere». Quando incontra Gesù si mette a lodare Dio e parla del Bambino a quanti attendono il compimento delle promesse di Dio.

Non si potrebbe intravvedere in questa donna un’immagine della nostra Provincia religiosa? Non potrebbe offrirci indicazioni preziose per la nostra consacrazione e il nostro impegno ministeriale? La sua vedovanza potrebbe rinchiuderla nel passato, farle pensare alle speranze deluse, a sogni che si sono infranti. L’età avanzata, poi, potrebbe legittimarla a cercare un riposo meritato, a tirare i remi in barca aspettando l’incontro con il Signore. Invece, ogni sua giornata è vissuta nel servizio di Dio, nella fedeltà di uno “stare” quotidianamente – “notte e giorno” – nel tempio. E quando parla, in occasione della presentazione al tempio di Gesù, lo fa non per rievocare i tempi andati, né per lamentarsi dei propri acciacchi, ma per lodare Dio e dare testimonianza al Bambino.

È quasi superfluo notare come l’età media della nostra Provincia sia più vicina a quella di Anna che a quella del Bambino Gesù… E, forse, anche le nostre tentazioni sono quelle di un ripiegamento su noi stessi, magari con il pensiero rivolto alle opere a cui abbiamo dato vita in passato o con la delusione di vivere in un tempo per molti versi arido e difficile. La profetessa Anna ci può indicare invece la via di una fedeltà quotidiana, aperta alla meraviglia di un incontro sempre nuovo con il Signore e capace di parlare non di sé ma di Lui, che sostiene e dà senso alla nostra vita.

Mi pare sia questo anche l’invito che viene dal Giubileo che si è da poco aperto. Il Santo Padre, nella Bolla di indizione, scrive: «Guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere. Purtroppo, dobbiamo constatare con tristezza che in tante situazioni tale prospettiva viene a mancare. La prima conseguenza è la perdita del desiderio di trasmettere la vita» (n.9).

Mantenere vivo in noi il desiderio di trasmettere la vita è essenziale. Abbiamo ancora molto da dire e da dare, se rimaniamo fedeli, come Anna, al servizio di Dio che abbiamo ricevuto come vocazione. In tal modo, anche noi, possiamo essere pellegrini di speranza, peregrinantes in spem: persone in cammino grazie alla speranza che ci è stata data e in cammino verso la speranza che non confonde in eterno.

Ciascuno di voi ha ricevuto la lettera, pubblicata anche in questo numero del CUI, della Conferenza dei superiori delle entità dehoniane in Europa sul tema I Dehoniani in Europa: insieme verso il futuro. È frutto dell’incontro tenutosi ad Alfragide (Lisbona) nell’ottobre scorso e vuol essere una sorta di professione di fede (e di speranza!) sulla nostra presenza in Europa. La affido alla vostra lettura personale e comunitaria!

All’inizio dello scorso mese di dicembre ho visitato le comunità di Monza e di Garbagnate; ho partecipato ai festeggiamenti per il 60° della nostra presenza a Mussolente, avendo l’opportunità di incontrare anche le comunità di Padova e Conegliano; ho celebrato la Messa in preparazione al Natale per “Emozioni giocate” presso la nostra comunità di Genova. Opportunità preziose di conoscenza, di confronto e di amicizia!

Il 14-15 di questo mese abbiamo in programma la riunione dei superiori. Si tratta di un’occasione, oltre che per un primo bilancio di questi mesi della nuova Amministrazione provinciale, per uno scambio fraterno e una riflessione condivisa su cosa comporta il nostro ruolo di autorità e di animazione.

Negli scorsi giorni ho sentito il Superiore provinciale ITM, p. Elia Ercolino, che mi ha pregato di estendere a chi fosse interessato una proposta di formazione sull’educazione alla coscienza politica, che si terrà a Frascati il 3-4 febbraio (vedi riquadro in questo numero del CUI a pag. 8). Mi sembra un invito da accogliere con interesse.

Un’ultima informazione, prima di concludere. P. Ezio Mosca, nel corso di questo mese, lascerà la parrocchia di Bettale, per inserirsi nella comunità di Genova.

Come sempre, poi, un augurio di cuore a tutti coloro che compiono gli anni durante questo mese: Ambrogio Comotti, Giuseppe Ruffini, Gabriele Bedosti, Dom.Tomè Makhweliha, Luigi Fattor, Stefano Dalla Cia, Bruno Scuccato, Giorgio Favero, Marino Bano, Pietro Zobbi, Edoardo Savoi, Piero Ottolini, Marco Bernardoni, Mauro Pizzighini, Bernardino Bacchion, Elio Paolo Dalla Zuanna, Giuseppe Pierantoni, Luciano Roat, Marcello Matté.

A tutti voi il mio saluto, con l’auspicio di poter essere pellegrini di speranza, di quella speranza che «nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce» (Spes non confundit, n. 3).

p. Stefano Zamboni,
S.C.I. Superiore provinciale ITS

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