L’identità dehoniana in un mondo che cambia

Secondo Andrea Tessarolo, compianto e indimenticato studioso del Fondatore e direttore del Centro studi dehoniani, espressioni quali «il Regno sociale del Sacro Cuore» o «il Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nelle società» denotano «una scelta assolutamente specifica e caratteristica di padre Dehon». Infatti, in esse si «esprime molto bene quella che si può definire l’intuizione profonda e, quindi, la linea originale e innovatrice che ci ha dato nell’interpretazione della spiritualità del Cuore di Gesù». In altri termini, conclude Tessarolo, «la vita mistica, animata dalla carità, per padre Dehon, è come la base previa e l’anima del suo impegno sociale». Com’è noto, il rapporto fra queste due dimensioni, quella spirituale e quella sociale, in Dehon non sempre è lineare. Spesso, anzi, come più in generale nella comprensione stessa della coscienza credente, appare piuttosto problematica.

Tuttavia, la correlazione fra questi due aspetti è assolutamente irrinunciabile. Lo stesso papa Francesco, in Evangelii gaudium,ricorda che il progetto di Gesù consiste nell’instaurare il Regno del Padre suo e precisa: «si tratta di amare Dio che regna nel mondo. Nella misura in cui Egli riuscirà a regnare tra di noi, la vita sociale sarà uno spazio di fraternità, di giustizia, di pace, di dignità per tutti. Dunque, tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali» (n. 180).

Questa correlazione fra spiritualità e impegno sociale è senz’altro un tratto maggiore dell’esperienza e dell’eredità carismatica di Dehon. Il Dossier di questo numero di Dehoniana tratta precisamente della dimensione sociale del nostro carisma: a partire dalla realtà storica dell’impegno sociale del Fondatore e dei primi padri dehoniani, i contributi riflettono su alcuni elementi essenziali e fondativi del pensiero sociale di Dehon e sulle fonti spirituali da cui il suo apostolato sociale è stato motivato e costantemente alimentato. Alcuni articoli, infine, riflettono su come la dimensione sociale è stata recepita nelle Costituzioni e in che modo essa possa essere interpretata alla luce del recente Magistero della Chiesa.

Oltre al Dossier, alla dimensione sociale del pensiero e dell’azione di Dehon e del carisma dehoniano, possono essere collegati anche due degli altri contributi di questo numero: l’articolo di Stefan Tertünte, in cui si ricordano i 150 anni dell’Opera Saint-Joseph di San Quintino, un progetto sociale appassionatamente portato avanti da Dehon per i lavoratori, e la riflessione di Stefano Zamboni sul voto di povertà nel nostro contesto occidentale e sul ruolo che gli economi dehoniani, in fedeltà al nostro carisma, hanno rispetto all’effettiva pratica di esso. Altri articoli approfondiscono aspetti della nostra storia e della nostra spiritualità. Aimone Gelardi ci offre un interessante racconto in prima persona sull’emergere dell’idea di una biografia critica del Fondatore, con le difficoltà incontrate e con la sua concretizzazione nella pubblicazione dell’opera di David Neuhold. Eduardo Emilio Aguero riflette esegeticamente sul testo di Gv 19,30-37, che costituisce il fondamento biblico della spiritualità del Sacro Cuore.

Infine, Daniel Kouobou ci offre una meditazione sul rischio della fraternità, che è al contempo dono da ricevere con gratitudine e tesoro da conservare con cura, in ambito familiare, sociale ed ecclesiale. Il numero si conclude, dopo l’ottava parte dei consueti ricordi di mons. Joseph Philippe sull’origine e lo sviluppo della Congregazione, con due resoconti, rispettivamente di Javier López sul Congresso Riparazione e riconciliazione tenutosi ad Avila nell’ottobre 2022 e di Pablo Miñambres Barbero sul Seminario teologico dehoniano Verso un’economia per tutti: inclusiva, sostenibile e giusta del maggio di quest’anno a Madrid.

I contributi di questo numero di Dehoniana – offrendo prospettive diverse su Dehon, la sua eredità, il patrimonio carismatico del nostro Istituto e le sfide che ci stanno davanti – possono contribuire a prepararci a due eventi che celebreremo nei prossimi anni: il Capitolo generale del 2024 e il centesimo anniversario della morte del Fondatore nel 2025. Lo studio e la riflessione sono senz’altro modi privilegiati per una preparazione non superficiale ad essi.

Stefano Zamboni

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