Assemblea Capiago
Eccoci per la seconda assemblea provinciale, questa volta nella casa di Capiago, dove fratel Mario ci attende e contribuirà grazie alla sua disponibilità, a quella di padre Dario e degli altri componenti della comunità, al buon andamento e al clima fraterno di queste giornate.
È stato un tempo di intenso lavoro che ha coinvolto, tra questa assemblea e quella di Albino, grande parte della Provincia, segno di un forte desiderio di partecipazione e di condivisione.
Il ritmo è stato incalzante senza però togliere momenti conviviali e di scambio informale. Non c’erano solo i sette tavoli di lavoro riguardanti le tematiche, oramai da tutti conosciute, ma anche il tavolo di ristoro, dove rifocillarci e stare in amicizia, tra una bevanda e uno snack sfizioso.
Alberto e Eva, coordinatori oramai conosciuti da molti di noi in questo percorso verso il Capitolo, con la loro modalità sempre garbata e valorizzante di ogni intervento, hanno voluto sottolineare come il processo di interazione fosse più quello delle nostre piazze, dove ci si incontra, si condivide e ci si conosce di più. Pur nella novità della proposta e anche nella fatica di tempi contingentati di discussione e di confronto, tutti si sono sentiti coinvolti e responsabilizzati a dare il proprio contributo, a mettersi in gioco. Questo è stato il risultato più evidente di questa assemblea!
Modalità e ritmi dell’incontro fatto a Capiago hanno consegnato un messaggio sotteso, che è andato al di là dei ricchi contenuti. Hanno messo in luce delle priorità in ordine soprattutto alla nostra scelta di vivere la vita religiosa e ad alcuni punti base su cui far camminare la nostra Provincia.
Prima di tutto cogliere che il centro della nostra vita è Cristo e l’azione del suo Spirito, indicazioni mai date per scontate. Ce lo ha proprio ricordato, al mattino del primo giorno, il nostro vescovo Elio Greselin, presiedendo la liturgia eucaristica nella memoria di san Girolamo, uomo di Dio, innamorato delle Sacre Scritture. Si deve partire sempre dalla Parola! L’inizio dei nostri lavori ha evidenziato questa priorità attraverso la condivisione in piccoli gruppi della Parola del giorno, introdotta da padre Giacomo Cesano, incisivo nel mettere a fuoco che la radicalità della nostra sequela di Cristo è fatta di scelte e di gesti concreti e quotidiani.
Il lavoro fatto ai tavoli sulle sette tematiche, dove ognuno poteva raccogliere in un foglietto scritto di suo pugno ciò che gli sembrava importante, ha voluto indicarci che si possono trovare forme nuove di condivisione e di partecipazione, mettendo insieme sensibilità diverse per un cammino comune.
Forse i risultati non sono stati quelli sperati, ma non era certo questo l’obiettivo. Invece abbiamo raggiunto un’armonia di sentire che si è colta soprattutto nell’assemblea plenaria, specialmente nel momento conclusivo, dove ognuno ha condiviso quello che si portava a casa.
Di certo siamo ripartiti da Capiago con un maggiore entusiasmo e voglia di coinvolgerci nelle sorti della nostra Provincia. È accresciuto il nostro senso di appartenenza e il nostro desiderio di incontrarci ancora, attraverso anche modalità informali, ma forse più incisive nel segnare le sorti e le scelte future della nostra Provincia. Il tema della vita comunitaria è stato argomento trasversale in ogni nostra discussione. In modo più esplicito il Provinciale lo ha ricordato non solo nei due brevi appuntamenti in cui ci ha “somministrato” pillole di saggezza sul vivere comunitario, frutto del lavoro svolto proprio all’interno delle nostre comunità, ma anche in diversi interventi fatti.
Infine, nell’omelia del 1° ottobre, festa di Santa Teresina del Bambino Gesù, nostra protettrice, padre Enzo ci ha lanciato due domande provocatorie che ci riportano all’origine di quello che siamo chiamati a vivere. “Siamo consapevoli che la nostra vocazione è un dono di Dio per noi e per tutti? Siamo consapevoli che, proprio per la nostra vocazione, noi siamo “balsamo” gli uni per gli altri in comunità e per tutti coloro che incontriamo? Allora sì che prima delle scelte/decisioni dei nostri piani capitolari – che pure ci vogliono – c’è l’urgenza di una vita che si trasforma, giorno dopo giorno, per appartenere sempre di più a Cristo!”.
Siamo partiti salutandoci a più riprese, come se così volessimo manifestare la gioia del nostro esserci trovati e ri-trovati. Il contributo nato nei “gruppi di fiducia” sarà piattaforma su cui s’innesterà l’instrumentum laboris che ci porterà al capitolo, ma più importante ancora è aver lasciato Capiago guardando con più speranza e fiducia la nostra Provincia, come qualcuno ha ripetuto nello scambio finale.
Silvano Volpato