Garbagnate: Cappella del Sacro Cuore
Domenica 24 giugno, durante la messa solenne della Natività di Giovanni Battista, patrono della nostra parrocchia, alla presenza del parroco e di alcune coppie che festeggiavano anniversari di matrimonio, è stata benedetta la cappella dedicata al S. Cuore. È stata così compiuta una lunga attesa. Infatti risale al tempo della costruzione della chiesa (30 anni fa) l’impegno della comunità dehoniana che ha desiderato, e sostenuto economicamente, l’aggiunta di una cappella per la preghiera comunitaria e l’adorazione eucaristica. In questi ultimi 4 anni, superati problemi economici non indifferenti, siamo riusciti a restaurarla; ormai era diventata quasi un ripostiglio. Ora è pronta per la preghiera personale e l’adorazione; piace ai visitatori per le sue linee moderne ed essenziali.
Collocato dietro l’altare, il Cristo dal costato trafitto è il riferimento immediato che colpisce e commuove, mentre accoglie col suo Cuore aperto coloro che gli si affidano. Sulla parete di fondo 4 quadri di autori diversi (tre dei quali già presenti in sacrestia) inquadrano le modalità espressive della devozione e culto al Cuore di Cristo. L’intento è far cogliere nella trasfissione la sorgente della misericordia che esce dal Cuore amante di Gesù.
Con l’Eucaristia riposta nel tabernacolo, finalmente avremo la cappella dell’adorazione.
Un pieghevole, a disposizione di chi visita la cappella, dà il filo conduttore dei quadri presenti; è quanto viene riportato di seguito.
La comunità dehoniana di Garbagnate.
IL SALVATORE DAL CUORE TRAFITTO
Cappella del Sacro Cuore
Parrocchia s. Giovanni Battista – Garbagnate Milanese (MI)
Vennero i soldati e, vedendo che Gesù era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. (Vangelo di Giovanni 19,32-37)
La morte di Gesù in croce dice l’amore portato fino al compimento, che trasforma in sorgente di vita la ferita che gli squarcia il petto. Un amore che prende su di sé la morte per distruggerla; un amore che non viene meno e non si smentisce mai.
“Con una lancia gli colpì il fianco”
Così il Cuore di Gesù diventa “sorgente perenne”: il sangue che esce dal costato dice la sua morte vissuta per amore a salvezza dell’umanità; l’acqua rappresenta lo Spirito Santo, principio di vita, che tutti possono ricevere come frutto della sua Pasqua (cf. la profezia di Ezechiele 47). “Dalla sua pienezza tutti riceviamo grazia su grazia”: scrive l’evangelista nel suo prologo (Gv 1,16).
Il Cuore trafitto si infiamma
In una delle sue visioni mistiche s. Margherita Maria scrive: “Gesù si presentò sfolgorante, con le cin-que piaghe brillanti come soli, e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma so-prattutto dal suo petto, che somigliava a una fornace e, essendosi aperto, scoprì la vera sor-gente di quelle fiamme, il suo Cuore amabile e amante, circondato da una corona di spine e sormontato da una croce”.
“Guarderanno a colui che hanno trafitto”
Gesù viene “aperto” e rimane perennemente aperto. Ciò che è dentro di lui (sangue e acqua) fluisce all’esterno per quanti l’accolgono. Ciò che è fuori (l’uomo da salvare) può entrare, raggiungere il Padre, partecipare a tutta la pienezza di Dio. Ricordiamo le sue parole: “Io sono la via, la verità e la vita”; e ancora: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo” (Giovanni 14,6; 10,9; Lettera agli Ebrei 10,19-22).
Cuore di Gesù trafitto dalla lancia, abbi pietà di noi.
Cuore di Gesù, porta del cielo, abbi pietà di noi.
1. Gesù ci rivela il suo Cuore
Abbiamo bisogno che Gesù ci riveli il suo Cuore. Lui ci ripete: “Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita” (Vangelo di Matteo 11,28-29).
Il titolo “Cuore di Gesù” è una chiave interpretativa di tutto il mistero della persona e della vita di Gesù; non vanifica gli altri titoli (Salvatore, Redentore, Messia, Risurrezione e Vita), ma li reinterpreta alla luce dell’amore. Gesù è un uomo-Dio tutto cuore, tutto amore, e ci rivela un Dio tutto cuore, che fa della misericordia e del perdono lo stile caratteristico con cui si rapporta a noi.
“Il costato trafitto ci apre e ci consegna il Cuore di Gesù. Nella fede vi leggiamo l’amore che ha donato tutto, anche la sua stessa vita. In questo amore riconosciamo il motivo e il fine di tutte le opere divine: Dio ha creato, redento, santificato per amore. Nel Cuore di Gesù noi possiamo leggere il fondo ultimo della natura divina, nella sua più meravigliosa manifestazione: Dio è amore” (p. Leone Dehon).
Cuore di Gesù, fonte di vita e santità, abbi pietà di noi.
2. Il sacro Cuore di Gesù
Pompeo Batoni (1708-1787) è autore della più famosa immagine del s. Cuore. La realizzò su rame per la cappella della Chiesa del Gesù a Roma, ispirandosi alle visioni di s. Margherita Maria Alacoque (1647-1690). Cristo è rivestito di una tunica rossa e un manto blu (i colori dell’umanità e della divinità); con la mano destra indica il Cuore irraggiato da fiamme e coronato di spine, con una croce sulla sommità.
“Il mio Divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che, non potendo più contener-ne le fiamme, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini e arricchirli di preziosi tesori. Per portare a compimento questo disegno ho scelto te, abisso d’indegnità e ignoranza, affinché appaia chiaro che tutto si compie per mezzo mio” (Gesù a s. Margherita ).
Gesù chiede a Margherita Maria di posare la testa sul suo petto e di donargli il suo piccolo cuore, che egli prende e inabissa nella fornace del suo Cuore divino, restituendolo alla santa infiammato d’amore.
L’invito di Gesù a poggiare sul suo Cuore è rivolto anche a noi!
Guardando il dipinto sorge una domanda: a chi appartiene quel cuore che Gesù porge allo sguardo dell’osservatore? È il Cuore di Gesù oppure è quello della Santa? e quindi quello di ogni devoto, che Gesù prende e immerge nel suo Cuore, restituendoglielo infiammato del suo amore?
La risposta si può trovare in questa preghiera che la tradizione della Chiesa invita a recitare con fede:
Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo.
3. Gesù misericordioso
Il 22 febbraio 1931 suor Faustina scriveva sul suo Diario:
“La sera, nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, l’altra toccava sul petto la veste, che lasciava uscire due grandi raggi, uno rosso e l’altro pallido (il sangue del sacrificio della croce e del dono eucaristico, e l’acqua del battesimo e dello Spirito). Gesù mi disse: dipingi un’immagine così, con la scritta: Gesù confido in te!
Desidero che essa sia venerata nel mondo intero. Prometto che chi la venererà non perirà. Voglio che l’immagine venga solennemente benedetta la prima domenica dopo Pasqua: sarà la festa della divina Misericordia”.
Il Cuore di Gesù è la sorgente da cui scaturisce la misericordia divina che raggiunge gli uomini: “Dì a tutti che sono l’Amore e la Misericordia in persona”.
Nel 1935 Gesù chiese la Coroncina alla divina Misericordia per ottenere la grazia della conversione e il perdono dei peccati:
La mia misericordia avvolgerà in vita, e specialmente nell’ora della morte, le anime che la reciteranno.
4. Trasfissione
“Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” e vedranno:
– nella lancia, la volontà dell’uomo di ogni tempo di ridurre al silenzio la Parola, la Vita;
– nel sangue e nell’acqua, che escono da un cuore rosso vivo, la risposta di Dio: l’Amore non muore, non è vinto, non tace; l’Amore, Parola vivente per ogni uomo, è sempre presente.
L’Amore che abbraccia ogni cosa, la illumina e la rinnova, attende di essere accolto per risanare ogni nostra ferita e renderla feconda.
Altre sottolineature:
– i colori che fanno da sfondo al cuore e al crocifisso, indicano l’espandersi dell’amore di Dio;
– il bianco, il giallo e il rosso sono i colori che prevalgono e indicano la grazia, la luce, l’amore.
“Volgere lo sguardo…”
“Ho bisogno di contemplare la trasfissione per vedere come sono stato amato e come io devo amare. Là imparerò come il cuore che ama deve agire, soffrire, donarsi totalmente, fino alla morte, per Dio e per le anime” (p. Leone Dehon)