L’abuso spirituale
I confratelli ITS si sono ritrovati il Primo Maggio scorso presso la parrocchia del Ss. Crocifisso a Padova, per festeggiare la tradizionale Giornata della Provincia.
Come da tradizione la giornata è occasione di ritrovo conviviale, di incontro e scambio tra i confratelli di tutte le comunità dell’Italia Settentrionale, unita ad un momento di approfondimento su un tema che quest’anno ha visto la disponibilità di don Giorgio Ronzoni, parroco di Santa Sofia in Padova dal 2008, e autore del libro “L’abuso spirituale. Riconoscerlo per prevenirlo”, a delineare il profilo dell’abusatore, nell’ambito di abuso psicologico e di autorità.
Dopo il saluto di benvenuto, il Superiore Provinciale, p. Renzo Brena, ha fatto una breve introduzione centrata sull’importanza del ritrovarsi, dono prezioso, e su quanto la condivisione fraterna necessiti di essere coltivata perché si mantenga viva la fiamma della fraternità stessa, per poi passare il microfono a don Giorgio Ronzoni. Insegnante presso varie Scuole di Formazione Teologica di base, Istituti Superiori di Scienze Religiose (Padova e Vicenza) e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sezione di Padova, nonché dal gennaio 1996 al settembre 2008 direttore dell’Ufficio catechistico diocesano di Padova, segretario della Commissione per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi del Triveneto e rappresentante della regione conciliare Triveneto presso la Consulta dell’Ufficio catechistico nazionale, don Giorgio ha accompagnato i presenti, con uno stile schietto e diretto, in un excursus interessante e di grande attualità sull’abuso spirituale, partendo dalla definizione per poi scendere più nello specifico al fine di capirne i meccanismi e vigilare sia su noi stessi, che nella gestione delle relazioni personali.
L’abuso spirituale va a braccetto con l’abuso di coscienza – ha spiegato – ed è conseguenza di una manipolazione (spesso involontaria) delle persone con le quali si ha a che fare, nel momento in cui ci si spinge oltre i limiti del ruolo che si ricopre (per esempio, guida spirituale, superiore di comunità, confessore, eccetera). Partendo dai tre gradi di abuso, cioè la negligenza spirituale, la manipolazione spirituale e la violenza spirituale, passando attraverso le tre tipologie di manipolatori, quello super-protettore o “salvatore”, l’egocentrico e il perverso narcisista, don Ronzoni ha tenuto a precisare che non sempre chi abusa sia un “mostro”: a volte è intenzionato a aiutare, pur facendolo in modo completamente errato. Ha presentato un caso reale, tratto dalla rivista “Credere oggi” per poi addentrarsi nell’analisi del concetto di obbedienza cristiana, che spesso diventa un alibi per non pensare, ed ha spiegato la distinzione tra foro interno ed esterno, due piani fondamentali che vanno tenuti ben separati per difendere i principi sanciti dal CIC al can 220 e 983 §1; la sovrapposizione di entrambi, gestiti dal “guru”, può causare effetti deleteri nel soggetto che subisce.
Nella sua esposizione ha citato alcuni spunti bibliografici per l’approfondimento personale ed ha attirato l’attenzione sul rischio che certe dinamiche si inneschino anche nelle comunità religiose sotto la guida di superiori “di lungo corso” o i cosiddetti “ci penso io”, il tutto però con un linguaggio sempre molto mite, spesso intervallato da qualche battuta per alleggerire l’intensità dell’argomento e con un occhio incentrato sul non giudizio e la misericordia di Dio perché spesso chi abusa a sua volta è stato vittima di abuso.
Numerosi gli interventi dei confratelli presenti che hanno posto domande, chiesto chiarimenti e spiegazioni, perfino espresso proprie testimonianze.
L’intervento di don Giorgio, prima della celebrazione della Messa e dell’ottimo pranzo comunitario negli ambienti grandi e luminosi della parrocchia, grazie al lavoro di un nutrito gruppo di persone volontarie che si occupano di cucinare, servire, gestire il bar, si è concluso con un accenno anche al clericalismo, che fa da padre all’abuso spirituale. Buoni antidoti contro l’abuso sono la conoscenza, lo studio, l’informazione ad ampio raggio, non solo quella suggerita o prevista nei percorsi formativi.
Di fronte alle due domande che scuotono il cuore di ogni uomo e donna, qual è il mio posto nel mondo? e cosa vuole il Signore da me? è difficile trovare pacchetti preconfezionati e uniformemente validi, sia per chi necessita di risposte, sia per chi è chiamato a fornirle.
Simona Nanetti,
segretaria provinciale