P. Ezio Gazzotti

P. Ezio Gazzotti

P. Ezio Gazzotti
Toano (RE) 23.06.1939
Bolognano (TN) 07.01.2017

Nato a Toano (RE) il 23 giugno 1939, Prima professione il 29 settembre 1956, Ordinazione presbiterale il 18 dicembre 1965, deceduto a Bolognano di Arco (TN) il 7 gennaio 2017: Così p. Paolo poco dopo che la segreteria provinciale aveva comunicato a singoli e comunità il decesso di p. Ezio, suo fratello, ha riassunto sotto una bella foto di anni felici e lontani le tappe importanti della parabola del confratello.

Vogliamo aggiungere qui che a Toano, provincia e diocesi di Reggio Emilia, il p. Ezio era stato

Battezzato, il 24 giugno 1939, e anche cresimato il 3 luglio 1949 sempre nella parrocchiale di Santa Maria Assunta.

Tra il 1950 e il 1955 aveva fatto gli studi medi e ginnasiali ad Albino Tra il 1956 e il 1960 a Monza fece il Liceo e la filosofia. Poi a Roma aveva frequentato gli studi teologici alla Gregoriana, tra il 1962 e il 1966 anni in cui conseguì la licenza.

Sappiamo che aveva chiesto anche di frequentare altri studi a Roma (Pro Deo) e all’estero (Brouge).

Prima della teologia, aveva fatto il prefetto a Trento tra il 1960 e il 1962.

Ricevuto postulante ad Albino (1955), Novizio al Albisola (1955), emise la prima professione nel 1966. Le rinnovazioni furono tutte a Monza tra il 1957 e il 1960. Sempre a Monza dove fece i voti perpetui il  29.09.1961.

A Roma, invece,  aveva ricevuto ministeri e ordini al Collegio Internazionale Leone Dehon.

Non aveva aggiornato, a proposito di incarichi e uffici nell’Istituto, la sua scheda personale nel 1914, ritenendo magari sufficienti le poche indicazioni che vi erano state scritte in precedenza da altri: Roma/Cristo Re (1968-1979 – assistente di gruppi giovanili e insegnante di religione); Monza (1979-2014 – redazione di “Evangelizzare”); Monza (1991-1995) direttore di “Evangelizzare”) e poi impegnato nel ministero non solo pastorale ma anche di promozione della catechesi, impegno quest’ultimo che lo aveva reso noto e stimato dal Nord al Sud della Penisola.

Aveva fatto parte della  Commissione Spiritualità e apostolato, era stato Consigliere provinciale

Nel 2015 era stato trasferito a Genova, dove molto per tempo aveva chiesto al Superiore provinciale di essere destinato e dove è rimasto fino a quando gli è stato possibile, chiedendo lui stesso successivamente di potere essere ospitato a Bolognano dove sorella morte lo ha incontrato il giorno dopo l’Epifania.

Chi in qualche modo ha collaborato con lui o per ragioni di lavoro non necessariamente catechetico ha incrociato i propri passi con i suoi, ricorderà con simpatia le sue piccole impuntature, e l’impegno che metteva in tutte le cose ma anche e soprattutto quello che sapeva trasmettere. Altri ripenserà ai suoi scritti, ai libri  fatti dare alle stampe, ripenserà a quella rivista che ha fatto tanto bene al mondo della catechesi, altri ricorderà i suoi collaboratori, religiosi e laici, preti e religiose, chi lo ha preceduto e chi lo ha seguito in quel lavoro impegnativo e importante per la chiesa italiana.

Ricorderà, infine, chi con lui ha dovuto collaborare dall’esterno, nell’azienda del CED, la sua fatica a comprendere la legge dura dei numeri, o dei costi se si preferisce, che alla fine, sia pure con grande con rammarico dei più ha portato prima a cedere la testata ad altri e, successivamente, da quegli stessi a decidere di farla cessare.

Sapeva valorizzare collaboratori e collaborazioni, mettere a frutto competenze, sino agli ultimi anni di Monza e di Genova era ancora richiesto per la sua competenza nella catechesi.  Nella sua cartella personale, coi documenti relativi agli studi, alla vita religiosa, agli ordini, agli incarichi ricevuti nell’Istituto, alcune poche lettere riguardano le questioni di “Evangelizzare” e la richiesta di  lasciarne la direzione per affidarla ad altre mani più giovani. A alcuni biglietti ringraziano i provinciali per gli auguri ricevuti e, quando i passi avevano cominciato a diventare più stanchi, alcune lettere fanno spazio alla richiesta di essere trasferito a Genova, dove però rimase suo malgrado “troppo breve stagione”, chiedendo lui stesso di passare, a motivo dei suoi malanni, alla meglio assistita residenza di Bolognano dove è passato a miglior vita.

Un libretto, tra i tanti che deve avere scritto, è rimasto nella sua cartella personale dell’archivio Provinciale: “Ecco viene il nostro Dio” (EDB 1996). Porta una dedica singolare “A chi non aspetta niente e nessuno”. Sono settantadue paginette illustrate in quadricromia su un tema che è stato quello anche dei suoi ultimi giorni di vita, l’Avvento, l’attesa, le attese, non solo quelle liturgiche, quelle della vita che da quelle liturgiche possono anche prendere senso e luminosità. Insomma, dalle attese piccole o grandi di ogni uomo all’Attesa dell’Avvento che si conclude con la nascita del Verbo di Dio, la sua Epifania alle genti e infine all’attesa della sua venuta al singolare che pone la parola fine all’esistenza di ognuno quaggiù.

Un foglietto, infine, una fotocopia per meglio dire, ripresa dal numero di “Evangelizzare” del Febbraio 2014 lascia un ultimo e quasi insospettato ricordo. Ha titolo Vento di Primavera. Si può definire preghiera, come probabilmente intendeva, ma ha sapore di poesia:

«Vento di Primavera, / respiro uscito dalla bocca di Gesù, soffia sulla tua chiesa. Fa’ che non ritorni l’inverno /e faccia gelare i germi di vita / germinati nel Concilio. / Fa’ che le porte del Cenacolo / restino sempre aperte e i discepoli escano, / per raggiungere le periferie geografiche / e quelle esistenziali. / Fa’ che ogni comunità / accolga l’uomo, ogni uomo / e gli dica : “Sei nostro fratello: c’è una mensa pronta per te. / Vieni perché manca sempre qualcuno / alla famiglia di Dio! / Il tuo nome è conosciuto in cielo; il tuo popolo è scritto da Dio / nel registro delle stirpi; / in Gesù sei stato scelto, amato, / predestinato al paradiso”. / Fa’ che la Chiesa non diventi edificio / con serrature e muri. / Ma sia come una tenda, / facile da spostare, / facile da allargare. / Fa’ che si ponga come capofila / di tutti i popoli, di tutte le genti».


Martedì 10 gennaio, nel freddo vento invernale di Toano, tra la sua gente, i confratelli, gli estimatori e i collaboratori di altri giorni, i fratelli e i familiari, dopo la Messa alle 14 è stato affidato alla terra, destinato a rinascere.

Print Friendly, PDF & Email