P. Klaus Enea Janner
P. Klaus Enea Janner
Nato a Cerentino (CH) il 16 .10.1935
I Professione il 6.2.1957 – Ordinazione il 25.6.1965
Deceduto a Gordesio (CH) il 13.4.2020
Ascritto a Bologna VI
Era la il tardo pomeriggio del Venerdì santo, quando dalla residenza sanitaria assistita che a partire dal 2012 è stata di fatto la sua “comunità” una telefonata del sacerdote responsabile al Superiore Provinciale segnalava che p. Klaus Enea Janner, colpito da corona virus si era molto aggravato, tanto da costringere a pensare che la Pasqua l’avrebbe celebrata “in loco” cioè in paradiso. Come certe vecchie querce ha invece tenuto botta fino alla tarda mattina di lunedi dell’Angelo
Nato il 16 ottobre 1935 a Cerentino, provincia e Diocesi di Lugano (CH), era stato battezzato il 10 novembre 1935 nella parrocchia locale ed ivi aveva ricevuto la confermazione il 3 novembre 1942. Ricevuto postulante a Fribourg 05.11.1955 quindi novizio ad Albisola il 05.02.1956, vi aveva emesso la prima professione il 06.02.1957. L’aveva poi rinnovata a Monza tra il 1958 e il 1960, quindi a Bologna, dopo due anni di prefetto in quel di Trento. A Bologna il 22.12 1962 aveva quindi emesso i voti perpetui, frequentato gli studi teologici e ricevuto ministeri/ordini tra il 1961 e il 1965, anno in cui era stato ordinato presbitero nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio che, per un brevissimo periodo fu anche il luogo delle primizie del suo ministero sacerdotale in qualità di cappellano giovane.
Presso il CALAB aveva conseguito il diploma per l’insegnamento della Religione nelle scuole Superiori, insegnamento che lo aveva brevemente impegnato nell’allora vicino Liceo Copernico di via Regnoli nella Cirenaica.
Presto riassunta la sua vicenda religioso-sacerdotale, giocata prevalentemente in Svizzera, da variamente ascritto alle case di Lombardia, dopo un breve passaggio in quel di Padova m(1966 – 1968) in qualità di Cappellano della Parrocchia del Crocifisso, in sostituzione di un Confratello destinato a un impegno presso l’Opera Galignani di Palazzolo sull’Olio
La sua scheda personale, alla voce Uffici nell’Istituto ha un po’ approssimativamente assommaato questi e gli incarichi di ministero ecclesiale in Svizzera: In sintesi possiamo dire nell’ordine: Padova presso la Parrocchia del Crocefisso (1966-1968) in qualità di cappellano), quindi in Svizzera a Colmanicchio (Cardada), poi Economo spirituale a Caneggio e Sagno (Canton Ticino),1968), Airolo (1969-1975 – vicario e docente di tedesco nelle Scuole Superiori), Prato Leventina (dal settembre 1975 – parroco e economo spirituale di Dalpe, Prato Leventina (1975 – 2012 parroco ascritto a Capiago) e, infine, – Casa Divina Provvidenza – 6672 GORDEVIO – Canton Ticino dal 2012 – ascritto a Milano e quindi a Bologna VII).
Ampia la corrispondenza con i Superiori ITS a partire dalla sua ordinazione, quando si evidenziò la sua preferenza per un ministero nel suo Paese di origine (la Svizzera) o in alternativa aggregandosi alle Province Francese o tedesca, questo per affinità culturale ma anche per restare vicino ai genitori, prima, alle due sorelle poi. Non mancarono tentativi dei Provinciali di suggerirgli una incardinazione al clero diocesano, cosa che tuttavia rifiutò. Non mancarono nemmeno occasioni di incontro che dessero alla sua “ascrizione” una qualche parvenza di correttezza giuridica e in qualche modo onorassero quello che dall’inizio era stato u n punto fermo nei criteri che reggevano la sua venuta in Italia su iniziativa del confratello svizzero p. Alessio Ross.
Una lettera del vescovo Piergiacomo Grampa del 20 aprile 2012, mentre rende conto della situazione canonico-religiosa del Confratello benvoluto nei contesti pastorali che lo hanno visto ministro operoso, chiarisce la generosità accogliente della Diocesi di Lugano soprattutto negli ultimi tempi quando i suoi problemi di salute si accentuarono, costringendolo a lasciare il ministero.
La stessa diocesi non ha mai mancato di interessarsi di lui, considerato il suo lungo servizio pastorale, si è preoccupata di dargli una sistemazione adeguata in cui potesse essere seguito con professionalità, trascorrendo in serenità gli anni che il Signore gli avrebbe messo ancora a disposizione. Gli anni segnati dal decadimento fisico-mentale di p. Klaus hanno visto la carità della diocesi attiva in funzione di “maternità putativa”. I risvolti economico-finanziari e, soprattutto, quelli canonico-religiosi non sono stati assenti negli scambi tra lui ITS, Diocesi di Lugano e, a suo tempo, Curia generale.
Non sono mancate considerazioni di questo o quell’altro confratello, come ad esempio in occasione di una visita a lui resa dalla Commissione pastorale e conclusa con diversi pensosi interrogativi. Nemmeno si potrà dire che pensose considerazioni non fossero emerse nei Consigli provinciali lungo gli anni…
D’accordo, parce defuncto vale sempre, per tutti, vale soprattutto in assenza di motivi di doleances. Singolare, certo, la presenza solitaria per circa quarantatré anni «di un prete dehoniano come parroco in Svizzera» e lo aveva annotato la ricordata Commissione pastorale e, sull’altro versante, aveva sottolineato di un cancelliere di curia di Lugano. Intendiamoci, ce ne sono state e ce ne sono altre di situazioni “singolari”.
Per citare un ultimo proverbio e silenziare qualche prevedibili approssimazione ex post verrebbe da dire serva legem, et lex servabit te, aggiungendo che vale per chi governa in primo luogo per chi confida di essere ben governato. D’accordo, non sempre in queste situazioni sono possibili soluzioni salomoniche trancianti; non sempre chi si trova alle prese con esse sa concludere che cosa sia meglio per i singoli e per la Provincia religiosa. Non mancano nelle raccolte sapienziali popolari altri sussidi per chi volesse confortarsi in merito: del senno di poi son piene le fosse si può cogliere in filigrana tra le righe di una relazione presente nell’archivio provinciale di otto anni fa. Aggiungiamo comunque un’altra Parcendo et miserando… prima di concludere che le cose che suscitano pensieri e interrogativi è sempre opportuno che sì accompagnino alla preghiera per chi non c’è più e magari le sue ragioni aveva provato a sottolinearle nelle sedi opportune. La preghiera non manca mai in occasione della morte di un confratello a prescindere da tutto: riposa in pace, padre Klaus, presenta al Padre le necessità spirituali dei tuoi parenti, delle parrocchie che hai servito, ti hanno apprezzato e sostenuto, della Diocesi che ti si è fatta presente, assicurandoti tutto e prendendosi cura delle tue cose come madre putativa, della Provincia religiosa dehoniana per la quale hai continuato a pregare, come hai scritto negli anni in diverse lettere.