Superiori maggiori e delegati d’Europa a Clairfontaine
Clairfontaine (Belgio) 29 febbraio – 4 marzo 2016
1 marzo 2016
Dal 29 febbraio al 4 marzo 2016 si riuniscono 17 religiosi dehoniani d’Europa, fra Superiori Maggiori e delegati. Il luogo scelto è la casa di Clairfontaine (Belgio), che attualmente funge da casa di accoglienza per gruppi e incontri. Si tratta della casa più antica della Congregazione. Fu acquistata nel 1889 dallo stesso Fondatore p. Dehon.
Lo scopo dell’incontro è quello di riflettere sull’attuale dimensione sociale dehoniana in Europa, in modo che i dehoniani possano cercare di dare una risposta concreta, se possibile, almeno ad alcuni dei problemi sociali presenti nella nostra società, individuando delle scelte comuni nei diversi paesi europei in cui la Congregazione è presente.
Nella mattinata, il consigliere generale p. Artur Sanecki ha presentato il programma dell’Amministrazione Generale per il sessennio 2015-2021, a partire dalla sua genesi.
Esso, com’è noto, consta di un’introduzione, in cui si tratteggia la figura di Abramo che si lascia formare da Dio, si mette in movimento e diventa una benedizione per sé e per gli altri.
Le aree di interesse del documento sono costituite dalla formazione, dai poveri e dall’evangelizzazione. In questi tre ambiti occorre intervenire e individuare tracce di misericordia.
Per quel che concerne la formazione, occorre creare una cultura che favorisca la formazione dehonaina. Occorre anche valorizzare i sussidi che la favoriscano (Dehon docs e Studia dehoniana docs).
Circa i poveri, occorre accogliere la povertà come via di relazione e occorre vivere la propria povertà come strumento che aiuti a crescere nella solidarietà. Bisogna poi compiere scelte concrete per i poveri.
Circa l’evangelizzazione, occorre istituire politiche e strutture organizzative, ricercare e gestire risorse umane al livello continentale e dialogare con le diverse realtà culturali e religiose.
P. Artur ha poi illustrato il cammino che si sta intraprendendo per delineare meglio la figura e individuare i compiti del Vicario Generale che non è solo il primo dei consiglieri, ma svolge un ruolo vero e proprio di Superiore Maggiore, nei limiti assegnati dal Superiore Generale.
Nel pomeriggio, p. Artur ha illustrato il programma dell’Amministrazione Generale per l’Europa, che prevede una cooperazione fra le varie entità, l’individuazione di iniziative concrete a livello continentale e la costituzione di strutture di cooperazione fra le entità e l’amministrazione generale.
Terminata la presentazione, si è proceduto a un primo scambio di idee su 6 questioni che sono state individuate e che verranno ulteriormente approfondite nella giornata di domani:
- Strutture intermedie di coordinamento;
- Progetti internazionali;
- Settimana di formazione permanente;
- Progetti comuni per i migranti;
- Luoghi per stage da condividere;
- Coordinamento di pastorale giovanile e missionaria.
Al termine della giornata e prima della celebrazione eucaristica si è proceduto alla elezione del presidente dei provinciali d’Europa che è p. José Agostinho De Figueiredo Sosa e del suo segretario che è p. Claude Siebenaler.
Clairefontaine 2 Marzo
I lavori della mattinata sono iniziati alle ore 9.00 con una relazione tenuta dalla signora Agnès Rausch sulla questione sociale in Europa. Agnès Rausch (62 anni) è una grande specialista lussemburghese di questioni sociali. Per i propri meriti e le proprie competenze, ha ricoperto il ruolo di membro del Consiglio di Stato per 15 anni e ha acquisito una grande esperienza nazionale e internazionale, oltre a essere una cristiana convinta. Nubile, per vocazione è membro della CVX (Comunità di Vita Cristiana). Infermiera professionale, è stata quattro anni nella Repubblica Democratica del Congo, dove ha avuto contatti con i Sacerdoti del S. Cuore. Per 15 anni è stata anche responsabile del servizio dei rifugiati della Caritas in Lussemburgo. Attualmente, collabora con un progetto diocesano denominato «Reech enh hand – Tendi la mano» che si occupa dell’accoglienza dei rifugiati.
Trattando della questione sociale in Europa, la sig.ra Rausch ha affermato che un problema è costituito dall’indebolimento dei legami sociali a causa della velocità in cui si possono effettuare gli spostamenti. Altri problemi sono causati dalla capacità di intessere relazioni pressoché illimitate e, perciò stesso, poco profonde, dai continui spostamenti dovuti al lavoro, dalla difficoltà a mettere radici. Di contro, il paradosso è che molte persone vivono sole. I legami sociali alla base della nostra società non esistono più per moltissime persone. Questi e altri problemi sono la causa di un elevato numero di suicidi. Nel 2010 in Europa, infatti, si sono suicidate più di 61.000 persone.
Anche la famiglia tradizionale, ha continuato la sig.ra Rausch, è ormai un mero retaggio del passato. Gli Stati adattano le proprie normative in base alla pressione sociale e nuove forme di unioni sono riconosciute oramai in tutta Europa. Per la chiesa cattolica, la famiglia è sempre al centro dell’attenzione, pur nel rispetto delle scelte degli individui.
Il problema di oggi però è quello dell’infanzia. I fanciulli e i ragazzi, infatti, nelle più variegate forme familiari vivono situazioni di totale confusione. La confusione genera crisi di identità che con molta probabilità sarà causa dell’insorgere di diversi problemi nel prossimo futuro.
Il lavoro femminile è un lavoro sempre meno casalingo. Il tasso di fertilità è sempre più basso in tutti i paesi dell’unione e ciò comporta un progressivo invecchiamento della popolazione.
Anche il lavoro è una questione spinosa all’interno del continente europeo. C’è molto lavoro nero e illegale, mentre il numero di disoccupati, seppure in calo nel 2014, sfiora i 22.000.000 di individui e tocca, in particolar modo, i giovani sotto i 25 anni. Per contro, si moltiplicano le iniziative che tentano di offrire e di creare possibilità di esperienze lavorative, fondate sulla solidarietà.
Non mancano le situazioni di povertà, ha continuato la sig.ra Rausch, che riguardano soprattutto situazioni di donne sole con figli.
La presenza di più di 2.000.000 di Rom in Europa pone alle istituzioni diversi problemi per la loro spiccata ritrosia all’integrazione e all’accettazione di lavoro.
Una delle questioni senz’altro più spinose per i paesi dell’unione in questo periodo, ha continuato la sig.ra Rausch, è senza dubbio quella dell’immigrazione dovuta a motivazioni di riunificazione familiare e alle domande di richiesta d’asilo che negli ultimi tempi sono aumentate in maniera vertiginosa. È, infatti, in atto un vero e proprio esodo massiccio verso l’Europa soprattutto da parte di siriani, a causa della guerra, ma anche da parte di afgani e di altri gruppi etnici.
Nella convenzione di Ginevra, però, nata dopo la seconda guerra mondiale, non tutte le odierne ragioni di richiesta d’asilo sono contemplate.
Con l’accoglimento delle richieste d’asilo, in genere aumenta il numero dei disoccupati e non sempre chi viene espulso poi viene riaccettato nel proprio Paese di origine e solo per semplice ritorsione.
Inoltre, la convenzione di Schengen afferma che chi entra in Europa deve chiedere asilo al primo Paese in cui entra, ma è del tutto evidente che non si può lasciare il problema dei richiedenti asilo solo all’Italia o alla Grecia. Eppure, l’Europa fatica a gestire la questione tra gli Stati membri.
Questi flussi migratori, ha concluso infine la sig.ra Rausch, stanno portando in Europa molti musulmani. Con quelli aperti si riesce a lavorare per l’integrazione, ma con quelli integralisti la questione diventa un enorme problema.
Terminata la relazione e dopo la pausa, si è dato inizio alle presentazioni delle realtà sociali nelle diverse entità europee.
Il primo a parlare è il p. provinciale Martínez Munilla che ha presentato la situazione spagnola. Dopo aver proiettato un breve filmato, il padre ha affermato che la provincia spagnola non ha un’opera specificamente sociale. Essa, infatti, si caratterizza per una forte presenza nella pastorale educativa. Alcune volte, la formazione si converte in opera sociale, nel porre l’attenzione sui differenti ambiti della società locale. Oltre alla pastorale educativa, la provincia spagnola è anche impegnata nella pastorale parrocchiale. Alcune delle parrocchie sono rurali. Infine, la provincia è impegnata anche nella pastorale missionaria. Fra gli aspetti sociali più rilevanti in cui i religiosi e i collaboratori dehoniani sono impegnati troviamo la pastorale degli immigrati da diversi anni, la pastorale della salute, la caritas, i centri di formazione professionale, l’attenzione alle minoranze etniche, ecc…
A seguire, per la provincia francofona (EUF) è intervenuto il p. Bernard Massera, prete operaio, residente a Parigi in un quartiere popolare e multiculturale. Ha lavorato per diversi tempi come elettromeccanico. Il padre ha detto che nella provincia ci sono tre comunità che portano avanti il progetto sociale per una presenza dehoniana nel mondo operaio e ha concluso con il ribadire la necessità di ristabilire una commissione internazionale di Giustizia e Pace che si incarichi di analizzare, di denunciare e di leggere la realtà sociale sotto l’ottica della fede.
È stato poi il turno del p. provinciale dell’ITM Massimo Bellillo che ha sottolineato la presenza di 3 attività in provincia particolarmente significative dal punto di vista sociale e che comprendono un’opera di accoglienza per i profughi nella ex sede provinciale di Marechiaro, un’opera per i disabili, gestita dall’ANFFAS, presso l’Oasi p. Dehon di S. Antonio Abate, un centro diurno per anziani gestito dalla cooperativa “Il Girasole” presso Casa S. Maria a Pagliare. Ha annunciato, infine, la prossima apertura di una “Casa dei Mestieri” per ragazzi disabili a Napoli, in collaborazione con l’associazione “Si può dare di più”.
Nel pomeriggio è stato il turno di p. Piotr Kusman che ha illustrato la presenza dehoniana in Transnistria, stato indipendente di fatto non riconosciuto dai paesi ONU e considerato parte della Repubblica di Moldavia. Il padre, anche attraverso immagini molto forti, ha descritto la situazione di estrema povertà in cui versa la regione e ha illustrato le diverse attività che i padri svolgono lì nell’assistere persone che hanno gravi problemi morali e materiali, progetti a favore dei bambini cui viene assicurata l’istruzione (ci si prende anche cura di quelli che sembrano avere talento, in modo da assicurargli studi che le famiglie mai si potrebbero permettere) e pasti caldi. L’assistenza sanitaria è uno degli aspetti maggiormente presi in considerazione, perché la stragrande maggioranza delle persone, anche in situazione di gravi malattie, non riesce ad accedere normalmente ad alcuna cura medica.
Ha descritto la presenza dehoniana in Ucraina, poi, il p. Andrzej Sobieraj. I religiosi dehoniani lì oltre a essere impegnati nella pastorale parrocchiale, secondo le necessità della chiesa locale, a tradurre i testi della spiritualità del S. Cuore di Gesù e dehoniani e a svolgere attività di formazione del clero locale, aiutano molto le famiglie povere anche dal punto di vista sanitario e si occupano dell’assistenza ai profughi che provengono dai territori in cui continuano a esserci scontri e tensioni.
Per il portogallo, ha parlato p. José Agostinho de Figueiredo Sousa, che, dopo aver sottolineato che ogni opera dehoniana dovrebbe avere una rilevanza sociale, ha illustrato specialmente il gruppo ABC (Amici-Buoni-Consigli) nato per ispirazione di un prete italiano. Il gruppo si è occupato da subito di ragazzi di strada a cui si è data la possibilità di studiare. Ha accolto negli anni fanciulli e ragazzi con gravissime situazioni familiari alle spalle. Soffre dal punto di vista economico, ma come opera sociale rilevante della provincia si deve fare uno sforzo per portarla avanti. Ha detto poi che i dehoniani portoghesi sono impegnati in special modo nella pastorale parrocchiale e ha illustrato il collegio di Madeira che ospita 400 studenti figli di famiglie povere, cui si offre la possibilità di studiare e di ambire a lavori che richiedono una preparazione scolastica di un certo livello.
Per la Polonia, ha parlato il p. provinciale Józef Wieslaw Swiech e ha sottolineato che in provincia ci sono attività sociali di livello istituzionale che sistematicamente cercano di affrontare delle questioni sociali (malati e sofferenti, aiuto per i bambini e i ragazzi provenienti dalle famiglie povere, attività educativa, formativa e ricreativa, sostegno ai disoccupati, ecc…) e anche attività che nascono per far fronte a problemi contingenti.
Per la Germania, il p. provinciale Lau Heinz ha sottolineato che lì non vi sono attività che possono essere definite direttamente sociali. Ci sono però diverse attività che lo sono indirettamente. Molti dehoniani, infatti, sono impegnati ad esempio in ONG, per la scuola, per i portatori di handicap, per gli homeless, ecc. Si è soffermato poi a descrivere dettagliatamente le opere in cui sono impegnate le singole comunità della provincia.
Per l’ITS, il p. provinciale Oliviero Cattani si è soffermato in special modo nella descrizione di 2 attività che sono quella del Villaggio del fanciullo a Bologna e quella dell’incontro nella comunità di Genova tra una comunità anziana con una media di 71 anni e l’associazione “Emozioni Giocate” che ha portato ad aprire la stessa all’accoglienza di bambini autistici. Ha poi fatto cenno a 2 nuove possibilità. La prima è quella di un’iniziativa della diocesi di Pisa dal nome “Misericordia tua” per l’accoglienza di reclusi con pene alternative al carcere e la seconda è quella che dovrebbe dare vita a una “Fraternità accogliente”, in collaborazione con la Compagnia missionaria, nella quale vocazioni diverse condividano la quotidianità.
Ha concluso il giro di presentazioni il p. Wladyslaw Mach che ha descritto la realtà molto eterogenea dell’Austria-Croazia, sottolineando che eventuali possibilità di apostolato sociale sarebbero più facili da impiantare in Croazia piuttosto che in Austria, dove comunque è sempre necessaria una stretta collaborazione con gli organismi governativi.
Dopo la pausa, ci si è dilungati per circa un’ora a toccare diverse questioni, quali quella dell’istituzione di una commissione di Giustizia e Pace europea, quella delle grosse strutture che magari si potrebbero utilizzare per opere sociali, quella della variegata e difficile situazione dei migranti nei vari stati dell’Europa in cui la Congregazione è presente e quella della condivisione della nostra missione con i laici. Non si è pervenuti però ad alcuna decisione concreta.
Francesco Giuseppe Mazzotta